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pescatore

TAPPA SESSANTA  Villa San Giovanni – Marina di Palmi

È un tratto piuttosto breve, quello che separa Villa San Giovanni da Scilla. Figurativamente parlando, lo stretto termina proprio lì, in quel manipolo di case dal nome mitologico.
Seduto su un muretto, guardavo la corrente che impetuosa scorreva contraria, ma decisi di non curarmene. Ero al vero giro di boa e ne andavo orgoglioso. La corsa verso Sud era terminata, avremmo pagaiato verso nord. Ci saremmo misurati con un nuovo mare, il Tirreno, e attraversandolo saremmo tornati a casa. Lo ammetto, mi sentivo incredibilmente figo e sono dell’idea che per il Furbo fosse più o meno lo stesso.

Ci buttammo in acqua convinti di poter macinare quei chilometri. Ormai trattiamo con il mare da più di due mesi e conosciamo le nostre possibilità. Per questo, nonostante il terrore psicologico che abbiamo subito nel tempo, da parte di amici dispettosi, eravamo convinti che le famigerate correnti impossibili, fossero in fondo un altro resto di mitologia, un po’ come Scilla stessa.

Beeeeep! Erroraccio. È una sensazione strana quella che si prova quando ci si accorge che, nonostante gli sforzi, il kayak anziché avanzare indietreggia, facendosi beffa delle pagaiate sempre più in apnea. Si chiuse così il primo tentativo, con 500 metri buoni al passivo.

Tra difficile e impossibile c’è però una bella differenza, una distanza spesso colmabile con l’esperienza, pazienza e qualche accorgimento.

Anziani e meno anziani non ebbero dubbi: “Alle 14.00 arriverà il montante e ce la farete, basta costeggiare bene”. Precisi, puntuali, richiesti e tutti concordanti, per questo quei consigli divennero il nostro piano di battaglia. E Scilla tornò ad essere un semplice paese.

MAMMA VADO IN KAYAK

mappa 60