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TAPPA OTTANTANOVE E NOVANTA  Campo di Mare – Civitavecchia – Lido di Tarquinia

La notte, per i fratelli Valli è memorabile.

Nonostante le problematiche legate al trovare parcheggio a Tarquinia, riusciamo a mettere Yoghi a dormire e raggiungere il monastero.
Il posto è splendido, quasi fiabesco. Giardini con erba perfettamente curata e ulivi prendono spazio tra gli edifici in muratura.

La cena è ottima, e dormire in un letto vero era ormai un ricordo per Giulio e Lorenzo.
Le monache del monastero di Tarquinia ci trattano con una gentilezza e un’ospitalità encomiabili, e apprendiamo rapidamente che è la normalità. Pochi altri forestieri alloggiano nel convento. Noi approfittiamo dell’occasione per farci una doccia e godere di un sonno ristoratore.

Nonostante il mare da riprendere, non vogliamo negarci il piacere di parlare un po’ con le regolari abitanti del convento. Si parla di tutto. Sono curiose, chiedono e raccontano. Anni di vite ed esperienze regalate a noi giovani.

Merita di essere raccontata la storia di come siamo finiti in questo monastero.

Non molto tempo fa, altrove, una suora viene a mancare il suo nome era Cecilia. Non l’ho mai conosciuta né mai la conoscerò personalmente, ma, condividendo la vita nello stesso convento della zia dei due ragazzi era a conoscenza della loro avventura.

Non solo ne era a conoscenza. Era una fan. Li seguiva nel loro percorso. Come tutti noi, tifava per loro.

Ed è proprio nel giorno del funerale che Madre Rita, del monastero di Tarquinia, si reca a dare l’ultimo saluto all’amica.
Proprio in questo giorno, parlando, scopre dei nostri due spiantati che girano l’Italia in Kayak, e da subito, si offre di ospitarli una volta giunti in zona.

E quindi eccoci qui. In compagnia delle suore, a mangiare, ridere e scherzare. A godere di quest’ultimo regalo che la donna che mai ho conosciuto e che mai conoscerò, ha voluto farci. Abbandonato il monastero, ed il nostro caro Enrico alla strazione dei treni, torniamo al lavoro.

Guardo il kayak e i legittimi occupanti prendere il largo e, approfittando del silenzio, mi fiondo nella lettura.

L’arrivo per pranzo ha del tragico.
Giulio entra in camper farfugliando di onde impetuose; del kayak che si ribalta e passa sopra sia lui che Lorenzo. Con calma scopro che Lorenzo sta bene. Arriva anche lui e mi parla di un attracco movimentato. Mangiamo i panini gentilmente preparati dalle suore e riposiamo.
Nel pomeriggio riprendere il mare è impossibile.

Fino a sole già calato guardiamo il mare per cercare uno spiraglio di opportunità.
Niente. La situazione forse peggiora. Il vento si placa, le onde no.

L’occasione è subito sfruttata per riprendersi. Leggendo e chiacchierando.

Mi metto a letto e scrivo queste poche righe. È stato il mio ultimo pomeriggio qui.

Domani arriverà il nuovo camperista e, come Giulio e Lorenzo, anche io partirò per altri lidi.

Vi lascio nella speranza di avervi allietato con queste poche righe scritte e con tutti gli auguri ai ragazzi per la continuazione della loro avventura.

Ci vediamo a Genova ragazzi,
A presto
Il camperista.

MAMMA VADO IN KAYAK

mappa 89 e 90