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pioggia

TAPPA VENTIQUATTRO  Vieste – Mattinata

È arrivato il momento di riordinare le idee ed ecco che di colpo l’assenza di Leo inizia a pesare terribilmente.

Mi vien da sorridere pensando al privilegio del quale, per giorni, ho goduto. Sul finire di ogni tappa mi sdraiavo stremato senza preoccupazione alcuna. Solo l’irrequieta curiosità di leggere qualche riga che incredibilmente parlava delle avventure di un personaggio, che a tratti mi somigliava; di suo fratello, un furbetto e di un caperista professionista, un instancabile romantico dall’animo graffiato.

Mentre mi affanno tra le onde di un mare increspato e martoriato dalle gocce di un violento temporale, un bar sul litorale Enrico Mattei ospita la magica staffetta dei camperisti. Il rosso idealista, quello tanto espansivo quanto riflessivo, cede il testimone al pragmatico esuberante sostituto. Ogni camperista ha una dote speciale, un superpotere che mitiga la nostalgia che proviamo per il suo predecessore e aggiunge valore alla nostra stravagante carovana. Bene, Alessandro, coprendo in scioltezza 450km (sola andata), per aiutarci due soli giorni, nei quali nessun altro poteva, ha portato il suo cuore grande così a bordo della Pintuzza, (il Camper Mammavado) prontamente ribattezzata da lui Yogi. Ma lui non accetta complimenti, sostiene che lo banalizzano così vuole essere ricordato come l’unico camperista che a voce alta ha scomesso, scommette e scommetterà sul nostro fallimento. “Suvvia siete valtellinesi, in mare non vi si può vedere e poi così facendo è un win-win: o vinco la scommessa o sono felice che i miei amici vinceranno sul mare”.

MAMMA VADO IN KAYAK

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