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tramonto

TAPPA VENTINOVE  Giovinazzo – Mola di Bari

Avete presente quei flash mob nei quali tutto si ferma per un istante?! Avviene spesso qualcosa di molto simile nella mia testa: per un attimo riesco a vedere i miei pensieri nitidamente; se ne stanno li immobili, li potrei afferrare. Poi, sempre senza una vera ragione, l’incantesimo cessa e le idee tornano a rimescolarsi generando il solito turbinio nel quale è impossibile fare ordine. Si dileguano, confondendosi tra di loro e mi lasciano senza conclusione alcuna tra le mani. Alle volte peró un pensiero, uno solo, rimane paralizzato e resta l’unico, il solo, punto fisso al centro della piazza, mentre il resto del mondo torna al normale ritmo. Può accadere che sia proprio quella l’idea che svolta tutto, la chiave di volta, il pensiero vincente, il jolly nel mazzo. Può accadere, ma non è questo il caso. Ad inchiodarsi li, parcheggiato in prima fila tra le mie preoccupazioni c’è una domanda infinitamente più banale.
“Ma le gambe?! Come stanno?!”
Rispondo un po’ a caso al simpatico signore barese che ha dato inizio ai miei crucci, dissimulando con una certa sicurezza. “Stanno benone, sono cariche e riposate”.
Riprendiamo a pagaiare verso Mola di Bari e decido di affrontare il problema rivolgendo così tutte le mie attenzioni proprio alle gambe. Non è vero nulla. Per la prima volta mi rendo conto di quanto siano in effetti bistrattate, dimenticate e intorpidite. Se ne stanno li, prive di attenzioni e di compiti, se non saltuariamente il noioso e frustrante “timonare”. All’improvviso realizzo che la domanda del signore barese non è banale. Si, vero, la pagaiata nasce proprio dal contatto forzato ritmicamente tra piede e pedana per poi propagarsi, amplificarsi e divenire un’ampia torsione del busto. Tutto vero, ma probabilmente a loro non basta, le sento fievoli, spente, prosciugate bisognose di più spazio e vogliose di spendere più energie.

Mola di Bari, il camper ci attende in una rimessa privata degna di Breaking Bad. È totalmente vuota fatta eccezione per il burbero custode. Li il sole si infuoca per poi lasciare posto al buio. E insieme alla luce finalmente decidono di spegnersi anche i miei pensieri. Anzi il mio pensiero, quello fisso, le gambe, che di colpo sembrano esser tornate normali.

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mappa 29