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tramonto

TAPPA TRENTADUE  Torre Santa Sabina – Brindisi

Il rapporto con le fonti è uno dei nodi più delicati della professione del giornalista; persone, documenti o istituzioni che siano. Ora la domanda è: se giornalista e fonte coincidono, qual è l’attendibilità della notizia?! Si può ancora parlare di notizia o sarebbe bene declassarla a semplice testimonianza?!
Ad ogni modo, tutte queste considerazioni sono totalmente inutili, dal momento che, la mia professione, non ha nulla a che fare con il giornalismo e, quando scrivo, ho come unica e modesta pretesa quella di essere cronista di me stesso. Per chiudere il cerchio quindi, consideratemi un semplice testimone. Fortunatamente non il solo, ma badate a voi, il secondo è furbo.
Dunque, tornando a noi, a 10km da Brindisi avvistiamo una pinna, o meglio, io l’avvisto, ma poco importa perchè in pochi secondi entrambi ci sincronizziamo sulla stessa censurabile frase: “merda pagaia!”. Ora una pinna è una pinna, uno non può sapere cosa sta sotto, specialmente se viene dalla provincia di Sondrio. Voglio dire non sono Piero Angela, non conosco né specie, né pericolosità, né frequenza con la quale questi simpatici pesciolini si presentano a poche miglia dalla costa. Perciò bianco, toro, martello, volpe, o verdesca che sia vi so solo dire che l’unico condiviso pensiero nelle nostre menti, mia e del furbo, è stato quello di mettere più distanza possibile tra noi e quel lucido, plasticoso, triangolo grigio scuro, per poi pentirci di non aver generato delle maledette fonti.
Fonti indiscutibili, tipo una foto ricordo. Invece, mi vedo costretto a chiedervi di accontentarvi dell’ennesimo tramonto e di due, non verificabili, testimonianze.

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