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TAPPA SETTANTANOVE  Miseno – Lido di Licola

Non so esattamente come sia andata, ma anche Ulisse credo l’abbia percepita questa strana sensazione avvicinandosi ad Itaca, sulla via del ritorno.

C’è un istante in cui le cose cambiano, senza che nulla muti. È una specie di silente metamorfosi che accade senza una vera ragione, senza un trigger. Puf ed ecco che la senti, la immagini, inizi ad assaporare la sensazione. Itaca è ancora lontana ma proprio in quell’istante è come se il viaggio si spogliasse della pretesa di trascinati con se. Inizia così il ritorno.

A lato pratico nulla è cambiato, siamo sempre noi, io e il mio fratello furbo, sempre discretamente lontani dalla meta, eppure, scivolando verso nord, le emozioni che attingo dal mare ad ogni pagaiata sono diventate in pochi metri radicalmente diverse.

Istintivamente mi vien da voltarmi, ripensando a tutto il mare messo alle spalle, a tutte le spinte, alle pacche e ai dubbi passati. Arrivo così fino a quel giorno di un anno fa. Si, era sempre agosto. Entrai a casa e la toccai piano: “mamma, l’anno prossimo andrò in kayak, devo solo capire come, ma vorrei circumnavigare tutta l’Italia”.

Ho aperto l’avventura scrivendo: “Strada facendo vi racconterò meglio come è nata l’idea. Quante e quali altre persone mi hanno aiutato ad organizzare tutto. E come il sogno è divenuto un progetto.”

Inizia ora questo tratto di strada, quello che precede casa. Per questo nei prossimi giorni vorrei raccontarvi dei tanti che, ricoprendo ruoli diversi, “mi hanno aiutato a”.

MAMMA VADO IN KAYAK

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