TAPPA OTTANTADUE Gaeta – Terracina
Ultimamente la tendenza è quella di arrivare tardi, inesorabilmente sempre più tardi. Un po’ per questo, e un po’ perchè le storie, una volta iniziate, è bene completarle, oggi continuerò a parlarvi dei pirati di Val.Carri srl. O meglio saranno loro a parlarvi di noi, cosicché avrete ben chiaro come ci siamo conosciuti e come siamo finiti a remare nella stessa direzione.
“Ho incontrato Giulio Valli ormai parecchi mesi fa. È entrato nel mio ufficio con il cugino Tobia, con tanto entusiasmo e la faccia di chi non ha paura di chiedere, sapendo che con molta probabilità, riceverà l’ennesimo rifiuto. Si è approcciato con la nostra azienda facendomi capire da subito che il nostro modo di fare, a volte un po’ avveniristico per un’officina meccanica, gli era congeniale, e che forse noi potevamo credere in quello che a tanti poteva sembrare irrealizzabile. Se ne è uscito con quella frase “noi avremmo un progetto”, che non è il solito “ci vorreste sponsorizzare”, perché i suoi occhi parlavano da soli, e dicevano che aveva un’idea ambiziosa, follemente assurda, indubbiamente diversa. Se vogliamo credere nelle persone, e questa è una delle basi su cui si fonda la nostra azienda, non possiamo cadere nello scetticismo.
Sponsorizzare: promettere a qualcuno!
Quella con i ragazzi non è stata solo una promessa ma una vera e propria scommessa. Al tempo dei romani esisteva a Roma il tempio della dea Fides, dove, con una semplice stretta di mano, si potevano prendere accordi che dovevano venire assolutamente mantenuti.
È con la nostra stretta di mano che il progetto ha iniziato a prendere forma, con le non poche difficoltà di percorso che ci siamo trovati davanti.
In primis, l’infortunio di Tobia e quindi la sua rinuncia all’impresa, , la stesura della tesi in Africa (tipico posto in cui redigere una tesi), la laurea di Giulio, e infine la scelta del secondo in Lorenzo, fratello minorenne di Giulio, per poter condividere insieme un’esperienza di vita, oltre che sportiva.
Cosa ci ha colpito è facile da capire per chi ha parlato anche solo una volta con i ragazzi. L’entusiasmo che li contraddistingue è contagioso; risulta semplice immedesimarsi in loro e provare a remare (sempre e solo con la fantasia) lungo le coste italiane, con il bel tempo o con la pioggia, con il caldo del sole estivo e il riverbero del mare in mezzo agli occhi e in quei giorni in cui vorresti essere loro per scappare dalle responsabilità quotidiane che individuano l’essere umano comune e soprattutto l’imprenditore. Abbiamo visto dei comportamenti che ci piacevano e notato la loro coerenza nel tempo.
Noi abbiamo visto in loro risultati che ci portano a credere che abbiano le capacità che cerchiamo in noi stessi: la caparbia, la tenacia, la voglia di fare e dimostrare.
In una realtà piccola come la nostra valle abbiamo deciso di credere e dare la nostra fiducia a Giulio e Lorenzo perché sono dei ragazzi umili, che hanno voglia di provarci e con loro condividiamo valori e ideali di vita; insomma: crediamo nelle stesse cose.
Siamo qui a tifare per voi!
Elisa”
Sarò anche stato pigro ma:
1. ora la storia è completa
2. A Terracina il fubo ed io abbiamo attraccato alle 21.20, siate comprensivi.
MAMMA VADO IN KAYAK