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TAPPA NOVANTATRE E QUATTRO Il Carrubo – Talamone – Castiglione della Pescaia

Le tappe si stanno facendo sempre più stancanti e vicine e forse anche un po’ per questo il diario ha subito nuovi ritardi.

Quindi non indugiamo oltre e vediamo insieme gli highlights della tappa 93:

– Cip e Ciop (i fratelli Vinciguerra) dopo aver testato in maniera fulminea l’elitaria tecnica del fagotto, in preda ad un eccesso di altruismo, infilano il camper in strade strette ed impervie con l’intento di prelevarci (Sera dell’arrivo al Carrubo).
– Si scopre che la sopracitata stradina è senza uscita e ad essere precisi precisi è l’unico accesso al resort più lussuoso dell’Argentario.
– Resisi conto dell’inconveniente Cip gira immediatamente il mezzo mentre Ciop chiede informazioni a un gentile passante.
– Il primo tentativo di risalita si risolve in una gigantesca chiazza d’acqua sputata dal radiatore in ebollizione.
– Dovendo arretrare per prendere nuovamente la rincorsa, Ciop chiede gentilmente alla macchina retrostante di fare marcia indietro. Proprio così Ciop fa la sfortunata conoscenza di un alquanto infastidito direttore del resort, che risponde alla gentile richiesta di arretrare con un elegantissimo: “eh ragazzi, ma che due coglioni”.
– A questo punto contemporaneamente infiniti eventi si sovrappongono dando vita ad un valzer di assurdità. Tanto per capirci cercate di immaginare i successivi quattro punti del nostro riassunto svolgersi nell’arco temporale di due secondi.
– L’ignaro già menzionato gentile passante tenta di darci indicazioni incespicando in una catena e finendo steso a terra proprio mentre io e Furbo torniamo sulla scena ormai divenuta del crimine. Proveniamo dalla spiaggia, abbiamo un’aria tranquilla ed entrambi teniamo la pagaia nella destra ignorando la tragedia greca che si sta consumando.
– Il camper si rifiuta di partite messo in probabile soggezione dalle infinite persone che in coda, guardano la scena imprecando neanche troppo a denti stretti.
– Proprio mentre tossendo il camper riparte, il passante steso risorge mettendosi in piedi e autodiagnosticandosi con una certa distaccata sicurezza la frattura del gomito sinistro.
– Il traffico in tempo record si smaltisce, il passante inspiegabilmente si smaterializza e i due camperisti ne approfittano aggiornando noi canoisti riguardo le recenti sventure.
– A ranghi compatti, dopo un ennesimo tentativo di risalita raggiungiamo, di nuovo previa ebollizione dell’acqua del sistema di raffreddamento, un parcheggio che sa di checkpoint della geniale saga SuperMario firmata Nintendo.
– Qui dopo aver mangiato e sostituito il fusibile della maledetta ventola di raffreddamento siamo pronti a raggiungere la cima dell’origine di ogni male: l’ormai famosa impervia stradina.
– Ciop e il Furbo sfidano due chilometri di pendenze da Alpe Duez, per fermare eventuali macchine in senso opposto data l’esigua larghezza della carreggiata e la nostra vitale necessità a non arrestare lo slancio. L’equipaggiemento a loro disposizione per il blocco del traffico è la sola luce lampeggiante Ghe.Ba.Gas. Appena ci danno il via, io e Cip lanciamo Yoghi in una cronoscalata epica.
– Yoghi forte della ventola, ora nuovamente funzionante, raggiunge la vetta senza dare segno di cedimento alcuno scrivendo così un pezzo di storia automobilistica dell’Argentario.
– Troviamo il Furbo e Ciop avvolti in un lampeggio rosso e blu mentre sono intenti a dare spiegazioni balbettanti a qualche suv. Non ci è dato sapere quanti di questi temessero l’etilometro.
– L’alba spegne i festeggiamenti per l’impresa della sera precedente richiamando l’intero team MammaVado al dovere.
– Appena messo in moto Yoghi con l’intento di tornare al Kayak, abbandonato sulla spiaggia per la notte, un ruggito d’auto da corsa rompe il silenzio che avvolge il monte Argentario.
– Scartiamo subito l’ipotesi che Yoghi si stia dando semplicemente delle arie per l’impresa conclusa la sera precedente e vagliamo le altre possibilità.
– Le viti del collettore di scarico all’altezza della testa del motore sono effettivamente strette. Ci chiniamo quindi rasoterra impauriti per l’imminente inevitabile scoperta: la marmitta penzola esattamente come i bargigli di un gallo, sfiorando così terra.
– Io e Cip forti del nostro titolo di studi ci infiliamo la divisa da lavoro volenterosi di esprimere tutta l’ingegneria assorbita negli ultimi 5 anni.
– Seguendo i consigli di papà Luciano vincoliamo con un operazione chirurgica il condotto metallico al telaio. Se fossimo stati avvistati da Elkan ad oggi sicuramente ci staremmo giocando a Bim Bum Bam un posto ai vertici dell’amministrazione FCA.
– Ci aggiorniamo col nostro sponsor Val.Carri srl, che approva la nostra riparazione d’emergenza e trova in tempo 14 secondi un’officina pronta a mettere la parola fine alle nostre sventure meccaniche.

Talamone prima, e Castiglione della Pescaia poi, sono la diretta conseguenza di una gestione perfetta e senza sbavature degli imprevisti incontrati. Non ci resta che abbandonarci all’ospitalità di Simona e Moreno che dopo averci atteso in spiaggia si fanno in quattro per offrirci un ottimo e gradito ristoro. Insomma, anche oggi si molla domani! Genova va che Arriviamo.

MAMMA VADO IN KAYAK

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