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Marina di Vasto

TAPPA DICIOTTO  Torino di Sangro – Marina di Vasto

Ottimo risveglio quello di ieri, nessuna molestia da parte di Giulio che vedo che inizia ad empatizzare di più col ruolo del camperista, dapprima considerato come mero badante del camper e ora figura di supporto sempre più presente nelle vicissitudini dell’impresa.
L’idillio mattutino viene però malamente decapitato quando i due sportivi se ne vanno in tutta fretta e mi lasciano una piccola discarica da sistemare. Mi stropiccio gli occhi dal sonno diverse volte sperando ogni volta che riaprendoli avrei trovato tutto pulito e sistemato. Sfortunatamente non funziona così. Gli ostacoli vanno affrontati, ma come ben sapete l’animo non é scienza esatta e il treno del “dover fare” si schianta rovinosamente sul muro dell’ozio.
Così, procrastinando al massimo, inizio a calcicchiare la spazzatura come Don Abbondio coi sassi sulla strada, noto simbolo degli ostacoli della vita. Entrambi siamo personaggi sopraffatti dal nostro tempo: il suo il 1600, il mio il mattino presto. Il parallelo letterario continua ed ecco che arrivano i due “bravi” a scuotermi: una cicciona e suo marito tenuto al guinzaglio con la scritta Fido, che con fare minaccioso mi intimano di spostare il camper dato che loro hanno prenotato da tempo. Sento la bellicosità nell’aria e sfodero il mio peggior accento romano da battaglia (c’ ho vissuto per 3 anni e mezzo). Io e la panciuta arpia veniamo a patti e mi sposto quel poco che basta per lasciare entrambi insoddisfatti. Ottimo!
Mi ricongiungo agli altri per pranzo e il panino che ci prendiamo premia piu la qualità che la quantità e il furbetto, uomo di sostanza, rincara con una banana. Giulio invece vuole tenersi in forma per il match: l’intervista con Vasto Web, dove sciorina, lungo mare, tutti i dettagli del Mammavadoinkayak.
Gli inglesi hanno l’espressione “it rains cats and dogs” (piovono cani e gatti) per dire che diluvia e proprio questo accade durante l’intervista. Gocce grandi come cani e gatti ci piombano addosso e se ti metti bene in ascolto puoi sentirne i latrati e i miagolii.
Finita l’intervista siamo letteralmente salvati da Luigi, uno tra i più grandi supporter di mammavado, che ci offre vitto e alloggio.
Ecco, qui sento nettamente di aver valicato quella linea immaginaria che separa il nord dal sud e il calore di quest’ultimo ci investe sotto forma di cozze, ventricina e spaghetti; del buon vino e tante sane risate condiscono il tutto.
Incapaci di esprimere tutta la nostra gratitudine ce ne andiamo il mattino seguente.
Ripensando a Luigi, quel signore piccolino che sicuramente ne ha viste tante, con due occhi profondi e sinceri almeno la metà del suo cuore, non posso che pensare che se un terzo degli italiani fossero come lui, questo sarebbe sicuramente un paese migliore.
Quindi a conti fatti viva tutti i Luigi e abbasso tutte le arpie ciccione arroganti de ‘sto mondo.

Leo

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