TAPPA CINQUANTACINQUE Roccella Jonica – Bovalino
Gli abbinamenti sono importanti. Servono ad esaltare le caratteristiche di un piatto, di un vestito o, ed è proprio il nostro caso, di un luogo. Non so per quale strana ragione ma, parlando di viaggi, ho sempre dato una certa importanza ai mezzi di trasporto.
Amo i treni e per questo riservo sempre loro delle valutazioni poco imparziali. Sono stati il primo mezzo a concedermi una vera indipendenza quando praticavo ciclismo ed avevo quattordici anni. Il più delle volte, erano proprio i treni a consentirmi di partecipare alle corse.
Poi è arrivata la transiberiana, la via ferrata più lunga al mondo, il capriccio dello zar. Sono chilometri su chilometri di steppa e un paesaggio mediocre a ben pensarci, ma tanto vasto da farti sentire terribilmente minuscolo. Quante persone e quante emozioni su quel vagone in terza classe.
Da li, il susseguirsi di altri treni è stata la naturale conseguenza, il divampare di un fuoco ormai appiccato. Oggi i treni, tutti i treni, treni cinesi, giapponesi, africani e persino i treni italiani – gli stessi che pochi anni fa avrei maledetto per il quantitativo di imprevisti e per i frequenti ritardi – rappresentano per me la soluzione più romantica.
È evidente che mi sia fatto prendere un po’ la mano, torniamo a noi.
Treni a parte credo che ogni luogo abbia il mezzo ideale per essere scoperto, diciamo, l’abbinamento vincente!
Partiamo dai classici: gli Stati Uniti d’America vogliono senza dubbio un’automobile, meglio se potente e senza tetto. Il Sud America l’ho da sempre sognato in motocicletta, almeno per un breve tratto, poi, essendo molto fornito di confortevoli bus, forse varrebbe la pena tornare pragmatici e scendere a compromessi. Il Nord Europa?! Non c’è dubbio, in vespa! Perchè a dirla tutta mi son sempre girati un po’ i coglioni a leggere degli anni ‘70 consapevole che per me rimarranno solo delle storie romanzate. Alla Russia avevo già assegnato il treno, ed oggi so che la scelta è stata giusta.
In un momento di euforia ho optato per l’Italia un mezzo insolito, un kayak appunto, salvo poi abbinarci un camper per ragioni pratiche.
Le coste viste fino ad ora hanno già premiato l’avventatezza di quella scelta, ma non solo, alcuni tratti hanno persino promosso a pieni voti l’integrazione rappresenta dal camper.
La Calabria è selvaggia, magnifica e sfrontata. La Calabria è insolitamente ospitale, nel senso che lo è, ma in un modo tutto suo che personalmente amo.
Beh ecco, la Calabria credo sia una terra da camper.
MAMMA VADO IN KAYAK